Export italiano in rialzo nel primo trimestre 2025, ma lo scenario per le imprese resta incerto

L’export italiano chiude il primo trimestre del 2025 con una performance positiva, registrando un incremento tendenziale del 3,2%. Secondo l’Istat, i principali traini restano le esportazioni di prodotti farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+41,9%), seguite dai mezzi di trasporto diversi dagli autoveicoli (+21,2%), dai metalli di base e prodotti in metallo (escluse le macchine, +5,8%) e dal comparto agroalimentare, comprese bevande e tabacco (+5,5%). Al contrario, si conferma in calo l’export di prodotti petroliferi raffinati (-27%) e di autoveicoli (-12,2%).

Quali sono i Paesi dove è cresciuto di più l’export mensile a marzo?

Esportazioni con i principali paesi e aree (milioni di euro) e variazione mensile

Fonte: elaborazioni sui dati Istat

Stati Uniti: tra i settori che più contribuiscono all’aumento dell’export mensile verso gli USA a marzo si segnalano: articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+58% mensile) e mezzi di trasporto, esclusi autoveicoli (+344% rispetto a febbraio 2025). Dietro questi numeri ci sono logiche legate all’anticipazione delle commesse in vista dell’applicazione dei dazi USA; al netto di queste due categorie di beni, infatti, l’export verso gli USA risulta negativo del 4.1%

OPEC: quasi 30% di aumento mensile con alcune voci in evidenza: metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+90%), articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+74%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+11%)

Francia: +9% verso il terzo Paese di destinazione del nostro export con progressi significativi ancora nel comparto farmaceutico (+68%), Macchinari (+13%), Metalli di base e prodotti in metallo (+11%) e beni alimentari (+9%).

È ragionevole attendersi un aumento della volatilità nei dati sul commercio estero nei prossimi mesi. Già dai risultati relativi ad aprile sarà possibile trarre alcune indicazioni sulle scelte delle imprese italiane in merito all’export verso gli Stati Uniti e sull’eventuale riallocazione del flusso merci verso nuovi mercati a causa dei dazi americani. Le dinamiche commerciali internazionali sono uno dei fattori essenziali del rischio di credito delle imprese italiane nei prossimi mesi. Le politiche protezionistiche statunitensi stanno ridefinendo l’assetto commerciale globale, minando la fiducia di imprese e famiglie. In questo contesto, il rischio di credito per le imprese non finanziarie italiane1 a marzo 2025, espresso dalla probabilità di default, si è attestato al 5.3%, dato più basso da dicembre 2020. Il dato è previsto tuttavia in rialzo nei prossimi dodici mesi, a causa del difficile contesto geopolitico e commerciale. Scopri di più nel Credit Outlook 2025 di Cerved Rating Agency

  1. Campione di oltre 14 mila società di capitali con rating creditizio di Cerved Rating Agency. ↩︎