Sostenibilità e rischio di credito delle imprese farmaceutiche

Un’analisi condotta da Cerved Rating Agency evidenza una correlazione positiva tra sostenibilità e solvibilità delle imprese che operano nel comparto

Il settore farmaceutico italiano si trova oggi al centro di un contesto economico e geopolitico complesso, caratterizzato da tensioni commerciali, instabilità normativa e crescente protezionismo. In questo scenario, la sostenibilità e la solidità finanziaria delle imprese farmaceutiche diventano elementi chiave per affrontare le sfide future.

Secondo l’analisi condotta da Cerved Rating Agency, il comparto farmaceutico mostra una solvibilità superiore alla media nazionale, con una percentuale significativa di aziende classificate come investment grade, sia per le grandi (88%), sia per le PMI (57%). Il settore si distingue quindi per una bassa probabilità di default, anche tra le PMI, grazie a fondamentali solidi e una forte vocazione all’internazionalizzazione. Il paniere di analisi è formato da 103 imprese, di cui 75 di grandi dimensioni e 28 di piccole, rappresentative di più del 70% del fatturato del comparto e 40 mila lavoratori.

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Nonostante la sua solidità il settore è però esposto a rischi crescenti . Tra i principali fattori di vulnerabilità si riscontrano: regolamentazione stringente e mutevole, tensioni commerciali internazionali, crisi geopolitiche e fattori ESG, in particolare ambientali.

L’esposizione al mercato statunitense, che rappresenta una quota crescente delle esportazioni farmaceutiche italiane, è un elemento strategico ma anche fonte di incertezza. Le recenti modifiche tariffarie tra UE e USA, con un aumento medio dei dazi al 15%, potrebbero influenzare negativamente la redditività e il rischio di credito delle aziende esportatrici. Va comunque sottolineato come gli accordi commerciali fra UE ed USA sui farmaci dovrebbero prevedere alcune esenzioni che potranno variare a seconda della natura del prodotto e dalla loro composizione chimica.

Fonte: elaborazioni Cerved Rating Agency su fonte ISTAT

Per fronteggiare queste sfide, le aziende leader del settore stanno adottando strategie mirate. Ad esempio: razionalizzazione dei costi e outsourcing dei processi non core, riorganizzazione del portafoglio prodotti e focus sul core business, investimenti in R&S, soprattutto in biotecnologie e terapie avanzate, adozione dell’intelligenza artificiale nei processi di ricerca, espansione internazionale e diversificazione dei mercati, sostenibilità ambientale e supply chain più resilienti, gestione del capitale umano in risposta al contesto geopolitico.

L’analisi ESG evidenzia una buona performance nelle dimensioni Social e Governance, con attenzione al benessere dei dipendenti, alla sicurezza sul lavoro e alla trasparenza aziendale. Tuttavia, la dimensione ambientale mostra margini di miglioramento, soprattutto in termini di gestione energetica e dei rifiuti, certificazioni ambientali e monitoraggio della supply chain.

Le misure di sostenibilità hanno un ruolo sempre più importante nella valutazione del rischio di credito; tra queste, i ratings ESG e i loro fattori sottostanti. Cerved Rating Agency conduce da anni un osservatorio su merito creditizio e sostenibilità, con l’obiettivo di monitorare l’evoluzione della performance finanziaria e di sostenibilità delle imprese italiane. I dati mostrano come le aziende con punteggi ESG più elevati presentino una probabilità di default significativamente inferiore, confermando il legame tra sostenibilità e solidità finanziaria – una correlazione che, pur non costituendo prova di un rapporto causale, è con questo coerente perché ne sarebbe conseguenza. Questo fenomeno è osservato anche per le imprese del settore farmaceutico: imprese farmaceutiche con classe di sostenibilità alta presentano un rischio di insolvenza di quasi tre volte inferiore alle imprese con classe di sostenibilità bassa. Inoltre, tale fenomeno appare confermato anche per le PMI.

Il settore farmaceutico italiano si conferma, dunque, più solido e meno rischioso rispetto alla media nazionale, ma deve affrontare un contesto globale in rapida evoluzione. La sostenibilità, l’innovazione e la capacità di adattamento saranno determinanti per mantenere la competitività e la stabilità finanziaria. In particolare, il rafforzamento delle pratiche ambientali e la gestione strategica dell’internazionalizzazione rappresentano leve cruciali per affrontare le sfide future.